#CistiteAddio - Come riconoscerla, come combatterla

Una donna su due ha sofferto di cistite almeno una volta nella vita e il farmaco che le è stato prescritto era quasi sempre un antibiotico e non sempre quello giusto. Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza è però in preoccupante crescita e non sempre il trattamento, ancora considerato d’elezione dalla maggior parte dei medici, porta a un miglioramento delle condizioni e ad evitare che il problema si ripresenti. Oggi studi scientifici e pratica clinica ci dicono che terapia e prevenzione si fanno spesso con una terapia non antibiotica come ad esempio con una buona integrazione di D-mannosio ad alte dosi.

Il 50% delle italiane ci ha a che fare almeno 1 volta all'anno. Scopriamo di più su questo disturbo.

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La cistite è la più comune infezione della vescica e interessa soprattutto le donne. Si calcola che colpisca fino al 50% delle italiane nel corso di un anno. Una donna su quattro che ha avuto un primo episodio di cistite ne ha un altro entro i sei mesi successivi. Una su cinque sviluppa una forma ricorrente con più di tre episodi l'anno.

Di solito la malattia non è grave, ma senza le dovute precauzioni, può diventare un disturbo ricorrente e influenzare la qualità di vita di chi ne soffre. Nella grande maggioranza dei casi l’origine è batterica. Nell’80% dei casi il responsabile della malattia è l’Escherichia Coli: un batterio normalmente presente nel nostro organismo. Seguono lo Stafilococcus epidermidis (9%) e lo Streptococcus fecalis (1-3%). Fra gli altri patogeni si ricordano Proteus, Klebsiella, Enterobacter, Serratia, Pseudomonas, Enterococcus.

Perché la cistite si presenta? Dall'alimentazione all'igiene, vediamo quali sono i motivi principali

cistite addio cause

La cistite può essere causata da alcuni fattori

  • l’utilizzo di tamponi vaginali durante il ciclo mestruale o di detergenti intimi eccessivamente aggressivi
  • una dieta non equilibrata e irregolare
  • i rapporti sessuali: con la sollecitazione meccanica alcuni germi possono, attraverso il pene e la vagina, risalire verso l’uretra e provocare infiammazioni.
  • l’uso eccessivo di antimicrobici: questi medicinali alterano l’equilibrio della flora batterica vaginale costituita da lactobacilli causando la colonizzazione vaginale da parte di patogeni (tra cui l’Escherichia Coli)

Quali sono i campanelli d'allarme della cistite? E come la si riconosce?

cistite addio sintomi diagnosi

La patologia si manifesta con un bisogno di urinare più frequentemente del solito, accompagnato da bruciore, dolore, un senso di peso perineale e di svuotamento incompleto e spesso con la presenza di sangue nelle urine. Ciascuno di questi sintomi piò comparire singolarmente o manifestarsi contemporaneamente ad altri.

Il sintomo principale e sempre presente è la stranguria e cioè il bruciore durante la minzione.

Per ottenere una corretta diagnosi è necessario che la paziente sia sottoposta a urinocoltura con antibiogramma, un esame approfondito delle urine e una visita urologica. In questo modo è possibile individuare un aumento del numero di globuli bianchi, l’eventuale presenza di sangue nelle urine, nitriti e un aumento del pH. L’urinocoltura può essere utile per isolare il tipo di batterio responsabile dell’infezione.

In che modo possiamo contrastare la cistite?

cistite addio terapie

L’infezione si cura spesso con la somministrazione di antibiotici, in grado di eliminare la crescita batterica nelle urine. Gli effetti positivi del trattamento di solito si manifestano entro un paio di giorni.

In caso di ricomparsa dei sintomi entro due settimane dalla fine della terapia antibiotica è indicata l’esecuzione di una urinocoltura sulla base della quale scegliere o modificare la cura farmacologica.

Le indicazioni del Position paper della FIC, che affiancano le linee guida sulla cistite, puntano a ridurre il fenomeno dell’antibiotico-resistenza e il rischio che la cistite diventi ricorrente, attraverso l’utilizzo di integratori di D-mannosio ad alte dosi.

Ecco pochi semplici consigli per trascorrere un'estate serena e senza brutte sorprese

cistite addio regole

La cistite segna profondamente la qualità della vita delle donne e tanti sono i fattori che possono favorirne l’insorgenza nella bella stagione: la disidratazione che porta a una maggiore concentrazione delle urine, la sabbia in spiaggia abitata da numerosi microrganismi, il costume bagnato, ma anche la stessa acqua di mare o magari di una piscina. Senza contare uno stile di vita scorretto, con poca acqua e troppo sale.

  1. effettuare una accurata e quotidiana igiene perineale, utilizzando dei detergenti intimi a pH 3,4 - 4,5 simile a quello fisiologico presente in vagina, con movimenti che vanno dall’avanti all’indietro
  2. durante il ciclo mestruale intensificare l’igiene personale
  3. evitare un utilizzo persistente di biancheria intima costituita da materiale sintetico e/o colorato o pantaloni troppo aderenti
  4. cambiare l’assorbente interno frequentemente e rimuoverlo sempre durante la notte
  5. non usare lavande vaginali, in particolare quelle con attività disinfettante
  6. urinare prima e soprattutto dopo il rapporto sessuale
  7. bere molta acqua nel corso della giornata (1 litro e mezzo/2 litri al giorno)
  8. avere un adeguato apporto alimentare di fibre
  9. trattare la stitichezza se presente
  10. assumere integratori ricchi di probiotici e alte dosi di D-Mannosio. Questo zucchero semplice ha un effetto protettivo rispetto all’attività di batteri come E. Coli, alla base dell’insorgenza della patologia.

Alcuni studi dimostrano l'efficacia del D-mannosio ad alto dosaggio nel trattamento della cistite. L'associazione del D mannosio ai fermenti lattici ha un effetto sinergico agendo in vescica e a livello intestinale

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D-mannosio ad alte dosi e fermenti lattici sono un'accoppiata vincente per la salute delle donne.

A rivelare l’importanza di questi integratori nella gestione della cistite, un recente documento della Fondazione Italiana Continenza scritto insieme a medici di famiglia, farmacologi, ginecologi e urologi. Gli antibiotici sono importanti per curare le infezioni batteriche, ma la resistenza di alcuni microbi a questi farmaci sta complicando le terapie.

L’Escherichia coli, normalmente presente nell’intestino, quando migra nella vescica diventa proprio il germe responsabile di buona parte delle cistiti. E allora è importante avere un intestino in salute, grazie all’uso di probiotici e prebiotici, magari associati a una nuova scoperta della ricerca: la risorsa in più si chiama D-mannosio ed è uno zucchero che, a dosaggio elevato e abbinato proprio a fermenti come il lactobacillus acidophilus LA-14, viene consigliato per trattare la profilassi della cistite. 

Il D-mannosio ad alte dosi, assunto per bocca come molti integratori, viene infatti assorbito nel tratto gastrointestinale e rilasciato in massima parte immodificato nelle urine. La sua è un’azione due volte protettiva, perché impedisce ai batteri di attecchire alle pareti della vescica e contribuisce alla riparazione dell’epitelio eventualmente danneggiato da un’infezione. Una dose giornaliera di 2 gr di D-mannosio si è dimostrata inoltre efficace nel prevenire le recidive.

Nel documento della FIC, che va a completamento delle linee guida sulla cistite, si legge inoltre che la profilassi delle infezioni urinarie non complicate e ricorrenti - quindi nella fase fra un episodio acuto e l’altro - si suggeriscono 3/6 mesi di profilassi (continuativamente o a cicli) con dosaggi variabili da 1,4 a 2 grammi al giorno (suddiviso in una o due somministrazioni).

Nella terapia delle infezioni urinarie non complicate in fase acuta, in alternativa all’antibioticoterapia, in una prima fase il dosaggio dovrebbe essere invece di 3 grammi di D-mannosio (suddiviso in 2 o 3 somministrazioni al giorno) per 3 o 5 giorni, seguita da una seconda fase (di 7 o 10 giorni) con un dosaggio di D-mannosio di 1,4 o 1,5 grammi (suddiviso in una o due somministrazioni). In caso di donne soggette a episodi ricorrenti di cistite, se ne consiglia l’uso anche dopo il rapporto sessuale.