Vitamina D: carenza tra gli italiani, scopriamo perché
Indagare le cause aiuta a capire e a facilitarne l’assunzione

Milano, 20 luglio – Sotto i riflettori, in questi ultimi tempi, per il suo presunto ruolo preventivo su Covid-19, la vitamina D è stata oggetto di studi, smentite e dibattiti. Al di là però della “fama” del momento, è noto che nella popolazione italiana ci sia carenza di questa vitamina. Un quadro in peggioramento se si pensa che, nel nostro Paese, solo negli ultimi 6 mesi il consumo di Vitamina D è sceso del 30%. A riportarlo è un recente report dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
Ma quali sono i responsabili della carenza di Vitamina D? E perché riguardano in particolare la nostra Penisola?
Tra i colpevoli si annoverano la bassa esposizione al sole – in questo periodo una triste costante, a causa della prolungata quarantena che ci ha costretto a casa e che ancora ci spinge alla cautela – l’alto tasso di sovrappeso e obesità e l’abitudine alla sedentarietà. Da non sottovalutare anche quei comportamenti poco sani come l’abuso di alcol e il consumo di sostanze stupefacenti che ne facilitano la dispersione.
Inoltre in Italia, Paese record in longevità, il numero di cittadini anziani, solitamente carenti della vitamina D è molto alto.
Cosa è la vitamina D?
Nonostante quando si parli di vitamine venga da pensare a qualcosa che si assuma con la nutrizione, le cose in questo caso non stanno proprio così, o meglio solo in parte. La vitamina D, infatti, è un ormone, prodotto per l'80% dalla pelle in risposta alla luce del sole. E solo per il 20% dipende da quello che mangiamo.
Se vogliamo un supporto nutritivo, quali cibi scegliere?
Riconosciuto da sempre sul podio l’olio di fegato di merluzzo. Consigliati anche pesci grassi come salmone, aringhe, trota. E uova, formaggi latte e yogurt, mandorle e noci. Ma il quantitativo di Vitamina D, contenuto in questi ultimi, non è di grande rilievo. Meglio quindi sempre optare per qualche passeggiata in più sotto al sole!
Una simpatica curiosità
Le popolazioni nordiche sono solite arricchire latte e yogurt con vitamina D come altri alimenti per la colazione. Non ne hanno perciò carenza sebbene le occasioni di prendere la tintarella siano certamente parecchio limitate.