Sport con l'asma? Si può fare!
I pediatri impegnati nella campagna “Ho l’asma e faccio sport”. Il Presidente FIMP Paolo Biasci: “Pronti a effettuare spirometria e skin prick test in tutti gli studi dei pediatri di famiglia”

Roma, 11 febbraio - Chi ha detto che non si può fare sport se si ha l'asma? Questa patologia respiratoria interessa purtroppo sempre più bambini, e ogni classe a scuola ha almeno 2 o 3 alunni che convivono con l'asma. I motivi di questo "boom" sono molteplici vuoi per reazioni allergiche a pollini, polveri, acari, muffe, epiteli di animali, vuoi per fattori infettivi, chimici, ambientali o reazioni da sforzo. Tuttavia, è sbagliato pensare che questi bambini debbano rinunciare all'attività sportiva, che invece rimane un tassello fondamentale del loro sviluppo.
A rassicurare i genitori sono i Pediatri di Famiglia della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), che proprio per sensibilizzare le famiglie ha deciso di aderire alla campagna "Ho l'asma e faccio sport" in occasione del convegno organizzato oggi presso il Ministero della Salute per la XXVII Giornata Mondiale del Malato. I Pediatri di Famiglia infatti sono coloro che più di tutti sono impegnati ogni giorno a riconoscere tempestivamente la malattia, a gestirla, in collaborazione con i centri di riferimento quando è grave, e a rendere tutto questo compatibile con la crescita di un bambino. E questo significa, ovviamente, anche l'attività fisica.
Ma come rendere compatibili asma e sport e quali sono le discipline più indicate per chi soffre di questa malattia? Ecco il consiglio di Mattia Doria, Segretario Nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP:
Il paziente asmatico che pratica attività fisica deve compiere un’adeguata preparazione e può aver bisogno di una terapia di fondo e/o di una premedicazione. Tra gli sport più adatti senz’altro il nuoto. Vanno bene comunque tutti quelli in cui l’impegno è graduale nel tempo e crescente nell’intensità, come le arti marziali, il basket e la pallavolo. Ma dobbiamo garantire a tutti i bambini asmatici anche di poter giocare a pallone. Possiamo addirittura affermare che lo sport diventa quasi la “cartina al tornasole” di una buona gestione dell’asma: se l’asma è ben trattata il bambino è in grado di praticare qualsiasi tipo di sport.
Come ricorda il Presidente FIMP Paolo Biasci, fare sport per questi bambini e adolescenti non solo è possibile, ma è necessario al loro benessere psico-fisico. I pediatri di famiglia sono già impegnati ogni giorno in questo senso, un compito che sarebbe però reso più semplice con l'accesso a strumenti diagnostici essenziali come lo spirometro e le prove allergiche cutanee (skin prick test), che permetterebbero di intercettare la malattia prima possibile.
“Mi spingerei a dire che l’attività fisica per un bambino asmatico è un diritto – afferma il Vice-Presidente FIMP Antonio D’Avino – anche se in alcuni casi rischia di essere un obiettivo non raggiunto. Come pediatri di famiglia siamo i primi a dovercene responsabilmente occupare. Ma non tutti disponiamo della stessa tecnologia e di medesimi percorsi: sull’asma in età pediatrica i PDTA (Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali) sono a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Un percorso clinico omogeneo ci aiuterebbe invece nella gestione ottimale dei casi di asma non grave e nell’attivazione di una collaborazione strutturata e condivisa con i livelli superiori, nei casi più severi”.
L'attività fisica è un'opportunità di crescita fisica, psicologica, umana e sociale, con conseguenze positivissime dal punto di vista della salute. Lo stesso vale per i bambini e i ragazzi asmatici, ma per poterli supportare è necessario potenziare le cure primarie e riqualificare gli studi medici dei pediatri di famiglia. "Sarebbe un'azione lungimirante per un futuro sano dei nostri ragazzi, ma anche per la sostenibilità dell’intero Servizio Sanitario Nazionale" conclude il Presidente Biasci.